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Il socialismo scientifico è il vaccino all’imbarbarimento delle società
di Manuel Santoro
L’assoluto è il divenire di se stesso, diceva Hegel, e la legge che lo regola è la dialettica. Questi due semplici passaggi, per certi versi rivoluzionari, furono spinti oltre da Marx ed Engels, traslandoli dall’idealismo al materialismo.
In particolare Engels scriveva nel suo “Ludwig Feuerbach e il punto d’approdo della filosofia classica tedesca” che “ non vi è nulla di definitivo...; di tutte le cose e in tutte le cose essa mostra la caducità e null’altro esiste per essa all’infuori del processo ininterrotto del divenire...”. Inoltre, sempre Engels scrive un passaggio che rende chiaro il percorso ovvero che “la grande idea fondamentale che il mondo non deve essere concepito come un complesso di cose compiute, ma come un complesso di processi, in cui le cose in apparenza stabili, ... , attraversano un ininterrotto processo di origine e di decadenza...”. In definitiva, usando Marx, “la dialettica è la scienza delle leggi generali del movimento (del divenire), così del mondo esterno come del pensiero umano”.
Esattamente come Marx ed Engels, e più tardi Lenin, noi usiamo la dialettica, nella consapevolezza che quello che oggi sembra invisibile, domani potrebbe germogliare e un dopodomani crescere e diventare una forza. Il socialismo, una volta presente nella vita di milioni di italiani, è oggi invisibile ma è nel nostro continuo lavoro teorico e politico che un domani quello che sembra decaduto può rinascere con più forza, in un rinnovato processo di decadenza e nuova origine. E’ con questo auspicio che abbiamo reso note le ragioni che ci spingono a perseguire la realizzazione della società socialista, internazionalmente intesa, attraverso un profondo lavoro teorico e politico. Esse sono diverse ma, prima fra tutte, vi è la consapevolezza che miliardi di donne e uomini, bambini, vivono in condizioni disumane per l’avidità di pochissimi. L’empatia e la solidarietà sono sentimenti che vanno coltivati quotidianamente per realizzare un mondo migliore. E un mondo migliore non può esistere nella sua forma embrionale senza il superamento della centralità del capitale, senza l’emancipazione reale della classe lavoratrice, senza il superamento della proprietà privata in proprietà comune dei mezzi di produzione e di distribuzione della ricchezza. Senza, infine, il superamento del lavoro salariato in lavoro libero.
Per queste ragioni continuiamo il nostro lavoro teorico e politico, auspicando un risveglio delle coscienze. Coscienza di classe e preparazione politica sono gli ingredienti minimi per essere parte dell’avanguardia della classe lavoratrice nella sua eterna lotta per la propria emancipazione reale e per la realizzazione della società socialista. Noi naturalmente ricerchiamo una nuova militanza del socialismo scientifico con tali ingredienti. Volontà di imparare ed agire, coscienza di essere parte del grande campo degli oppressi, preparazione teorica e politica. Abbiamo davanti sfide importanti che, nel sovrastrutturale, emergono dalla cultura individualista e qualunquista dilagante per infiltrare con gli stessi difetti la politica sino ai più alti livelli. Il socialismo scientifico è il vaccino all’imbarbarimento delle società. Dobbiamo, quindi, in tempi rapidi organizzarci per liberarci definitivamente di Salvini e di Meloni, di Di Maio, di Renzi e di Zingaretti, di Berlusconi e di tutta la sinistra “liberal”, moderata, falsamente progressista, non classista. Questi personaggi non penseranno mai agli interessi di chi lavora (e pur lavorando continua a rimanere povero), di chi è disoccupato oppure in pensione. Questi personaggi non penseranno mai agli interessi dei giovani e delle donne. Solo il socialismo classista, il socialismo scientifico, può emancipare le lavoratrici e i lavoratori dalla condizione di povertà economica, sociale e culturale che i signori e le forze sopra elencate vogliono conservare.
Un mondo nuovo, socialista va raggiunto di pari passo ad una evoluzione positiva dell’essere umano. E tale evoluzione richiede il superamento della proprietà privata dei mezzi di produzione; richiede la necessità di una nuova organizzazione del lavoro, concepito in una dimensione cooperativa, comunitaria e fondato sulla ridistribuzione equa della ricchezza. Un mondo nuovo che ancora non siamo stati capaci di raggiungere.