- Scritto da Manuel Santoro
- Pubblicato in Teoria
- Letto 765 volte
- dimensione font riduci dimensione font aumenta la dimensione del font
- Stampa
Sulla necessità del protagonismo femminile per il socialismo marxista-leninista
di Manuel Santoro
Chi studia l'evoluzione delle società e comprende la centralità della produzione nei meccanismi che determinano il loro sviluppo, è consapevole del fatto che non è possibile alcuna eguaglianza reale tra donne e uomini all'interno di società dove prevalga la proprietà privata. [1] Essendo il capitalismo monopolistico una società in cui il punto focale rimane la proprietà dei mezzi di produzione, non può esserci, e in fatti non vi è, alcuna parvenza di eguaglianza tra donne e uomini, sia essa di fronte alla legge che in termini reali. Basta vedere la disparità di stipendio a parità di mansione nelle società cosiddette "moderne".
Questo ci è chiaro dai lavori di Marx e di Engels, e dall'evoluzione del pensiero socialista e comunista promosso da Lenin. La concezione materialistica della storia ci insegna che è la produzione, sono i rapporti di produzione tra gli attori della produzione, a determinare la coscienza dell'essere umano. Non il contrario. È l'essere sociale di donne e uomini che determina le loro coscienza; non il contrario. Engels ci insegna che "la concezione materialistica della storia parte dal principio che la produzione e, con la produzione, lo scambio dei suoi prodotti sono la base di ogni ordinamento sociale, che, in ogni società che si presenta nella storia, la distribuzione dei prodotti, e con essa l'articolazione della società in classi o stati, si modella su ciò che si produce, sul modo come si produce e sul modo come si scambia ciò che si produce. Conseguentemente le cause ultime di ogni mutamento sociale e di ogni rivolgimento politico vanno ricercate non nella testa degli uomini, nella loro crescente conoscenza della verità eterna e dell'eterna giustizia, ma nei mutamenti del modo di produzione e di scambio; esse vanno ricercate non nella filosofia, ma nell'economia dell'epoca che si considera. Il sorgere della conoscenza che le istituzioni sociali vigenti sono irrazionali ed ingiuste, che la ragione è diventata un nonsenso, il beneficio un malanno, è solo un segno del fatto che nei metodi di produzione e nelle forme di scambio si sono inavvertitamente verificati dei mutamenti per i quali non è più adeguato quell'ordinamento sociale che si attagliava a condizioni economiche precedenti. Con ciò è detto nello stesso tempo che i mezzi per eliminare gli inconvenienti che sono stati scoperti debbono del pari esistere, più o meno sviluppati, negli stessi mutati rapporti di produzione. Questi mezzi non devono, diciamo, essere inventati dal cervello, ma essere scoperti per mezzo del cervello nei fatti materiali esistenti della produzione". [1] Tornando, quindi, alla questione femminile che è una questione di totale mancanza di eguaglianza reale, e non solo formale, è il superamento della proprietà privata a determinare il primo passo verso la reale eguaglianza tra i due sessi. Il socialismo, in quanto prima fase del comunismo e che Lenin ci ricorda essere "la prima fase della società nuova che sorge dal capitalismo" [2] è il primo passo per raggiungere tale eguaglianza. Ma ciò non basta poiché l'emancipazione reale, l'eguaglianza reale e non solo formale, è frutto del processo evolutivo della società socialista nelle sue fasi successive e superiori. Fasi che lentamente ci permettono di entrare nel comunismo sempre più adulto, compiuto in cui la differenziazione tra classi sociali decade.
[1] F. Engels, L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato
[2] F. Engels, Anti-Dühring - Terza Sezione: Socialismo - Elementi teorici
[3] V. Lenin, La Grande Iniziativa
Alle Operaie, di V. Lenin (1920)
Scritto il 21 febbraio 1920 Pravda n°40, del 22 febbraio 1920
Compagne,
le elezioni al Soviet di Mosca dimostrano che il partito comunista si afferma sempre di più in seno alla classe operaia.
Le operaie devono partecipare in maggior numero alle elezioni. Primo e unico al mondo, il potere dei Soviet ha abolito completamente tutte le vecchie leggi borghesi, le leggi vergognose che ponevano la donna in uno stato d'inferiorità rispetto all'uomo, che all'uomo, tanto per citare un esempio, riconoscevano una posizione di privilegio nella sfera del diritto matrimoniale o dei rapporti con i figli. Primo e unico al mondo, il potere dei Soviet, in quanto potere dei lavoratori, ha abolito tutti quei vantaggi che, originati dalla proprietà, tuttora vengono attribuiti all'uomo dal diritto familiare anche nelle repubbliche borghesi più democratiche.
Dove esistono grandi proprietari fondiari, capitalisti e commercianti, non può esistere l'uguaglianza tra uomo e donna, nemmeno di fronte alla legge.
Dove non esistono grandi proprietari fondiari, capitalisti e commercianti, dove il potere dei lavoratori edifica una nuova vita senza questi sfruttatori, esiste l'eguaglianza di fronte alla legge tra uomo e donna.
Ma non basta.
L'eguaglianza di fronte alla legge non è ancora l'eguaglianza nella vita.
Ci occorre che l'operaia conquisti l'eguaglianza con l'operaio non soltanto di fronte alla legge, ma anche nella vita. Per questo le operaie debbono partecipare in misura sempre maggiore alla gestione delle imprese pubbliche e all'Amministrazione dello Stato.
Le donne faranno presto il loro tirocinio nell'amministrazione e saranno all'altezza degli uomini.
Eleggete dunque al Soviet un maggior numero di operaie, sia comuniste sia senza partito. Purché un'operaia sia onesta, coscienziosa nel suo lavoro, che importa se non appartiene al partito? Eleggetela al Soviet di Mosca!
Più operaie al Soviet di Mosca! Dimostri il proletariato moscovita che è disposto a tutto e fa di tutto per lottare fino alla vittoria contro la vecchia ineguaglianza, contro il vecchio, borghese, avvilimento della donna.
Il proletariato non raggiungerà una completa emancipazione se non sarà prima conquistata una completa libertà per le donne.