Il sito-web della teoria marxista-leninista
Organo teorico della Scuola Rossa

Operai, lavoratori: nel capitalismo siete oppressi, nel socialismo sarete i protagonisti. L'esempio dei sabati comunisti

di Manuel Santoro

Siamo nella prima metà del 1919, nel pieno della guerra contro i bianchi, contro Kolciak a est e Denikin a sud, e contro le truppe, riporta Lenin, “dei grandi proprietari fondiari e dei capitalisti”.

Video-lezione disponibile sul canale YouTube della Scuola Rossa: https://youtu.be/94s1-plWjjM?si=L-KZjr0ZXKSfpMZU

Gli operai insieme ai contadini poveri difendono la rivoluzione socialista e le sue conquiste sino a quel momento, ma molto di più deve essere fatto per sconfiggere la reazione e avviarsi definitivamente verso la costruzione del socialismo in Russia.

Naturalmente, siamo uscendo da una società, quella capitalistica, per avviare la costruzione di una nuova e superiore, quella socialista, e ciò implica, come rimarcato da Marx ed Engels, e ripreso da Lenin, che rimangono e rimarranno per un po’ la pigrizia, la rilassatezza e l’indisciplina proprio della società capitalistica.

Nonostante tutto si è arrivati alla rivoluzione, vittoriosa, e quindi si è già consolidata nella classe operaia, classe egemone, dirigente, la coscienza di essere guida per la nuova società. Scrive difatti Lenin che

L’eroismo delle masse lavoratrici che si sacrificano coscientemente per la vittoria del socialismo è la base della disciplina nuova, fraterna, nelle file dell’Esercito rosso, la base della sua rigenerazione, del suo consolidamento, del suo sviluppo.

Ci sono anche operai che lavorano lontano dai campi di battaglia per consentire l’afflusso di tutto ciò che serve per la vittoria contro gli eserciti nemici. A est, per esempio, vi è la lotta contro l’esercito condotto da Kolciak.

I paesi imperialisti in lotta contro la Russia post-rivoluzionaria, e quindi, contro i bolscevichi, gli operai e i contadini poveri, faceva molto affidamento su Kolciak che dalla Siberia, da Omsk, puntava a ovest. Teniamo presente che lo scritto di Lenin “La grande iniziativa” è pubblicato nel luglio 1919 e il fronte più a ovest raggiunto da Kolciak avviene nell’aprile 1919. Dopo aprile comincia la ritirata di Kolciak grazie al lavoro delle truppe rosse. 

Ma vediamo un po’ di dettaglio per dare un contesto al perché e al come emersero i famosi “sabati comunisti”.

Come abbiamo detto siamo nella primavera del 1919, e Kolciak con il suo esercito giunge da est quasi fino al Volga. In aprile Kolciak è già, come linea del fronte, oltre Ufa, Perm, Orenburg ma non ha ancora raggiunto Kazan e Samara anche se è molto vicino. Abbiamo già rimarcato che ad aprile del 1919, Kolciak raggiunge il punto più ad ovest della sua avanzata. Non andrà mai oltre. Difatti, proprio nell’aprile del 1919, l’Esercito Rosso sconfigge Kolciak e lo costringe a ritirarsi su tutto il fronte.

E da qui cominciamo a sfatare un po’ di fantasie e menzogne sulle capacità di comando di Trotsky messe in giro dai trotzkisti e dalle oligarchie finanziarie occidentali, tramite giornalisti, scrittori, editori, ecc.

Dai documenti del Comitato Centrale del partito emerge quanto segue:

Nel momento culminante dell’offensiva dell’Esercito Rosso sul fronte orientale, Trotsky propose un piano sospetto: fermarsi davanti agli Urali; non inseguire più Kolciak e trasferire l’esercito dal fronte orientale al fronte meridionale. Il Comitato Centrale del partito, comprendendo benissimo che non si potevano abbandonare nelle mani di Kolciak gli Urali e la Siberia, dove egli, con l’aiuto dei giapponesi e degli inglesi, poteva riprendersi e rimettersi in carreggiata, respinse quel piano e ordinò che l’offensiva fosse continuata. Trotsky, in disaccordo con quelle direttive, rassegnò le dimissioni. Ma il Comitato Centrale si rifiutò di accettarle, obbligandolo invece ad abbandonare senza indugio la direzione delle operazioni sul fronte orientale.

E l’Esercito Rosso spinse l’offensiva contro Kolciak con maggior vigore, gli inflisse parecchie altre sconfitte e liberò dai bianchi gli Urali e la Siberia dove fu sostenuto da un potente movimento di partigiani, scatenatosi alle spalle dei bianchi.

Continuiamo con la disamina storica così da comprendere meglio ciò che diremo dopo sui sabati comunisti. Ancora dai documenti del Comitato Centrale del partito:

Nell’estate del 1919, gli imperialisti incaricarono il generale Iudenic, che era a capo della controrivoluzione nel Nord-Ovest (nella regione del Baltico, presso Pietrogrado) di deviare l’attenzione dell’Esercito Rosso dal fronte orientale, sferrando un attacco contro Pietrogrado. La guarnigione di due forti che difendevano le vie di accesso a Pietrogrado, influenzata dall’agitazione controrivoluzionaria degli ufficiali del vecchio regime, si sollevò contro il potere sovietico; nello stato maggiore del fronte fu scoperto un complotto controrivoluzionario. Il nemico minacciava Pietrogrado; ma il potere sovietico prese tutti i provvedimenti necessari e, con l’aiuto degli operai e dei marinai, i forti dei ribelli furono ripresi ai bianchi e le truppe di ludenic, sconfitte, ricacciate in Estonia.

La sconfitta di Iudenic nel Nord-Ovest portò l’esercito rosso a rafforzare le operazioni militari contro Kolciak a est, il quale venne definitivamente sconfitto alla fine del 1919. Contemporaneamente, come abbiamo accennato, Denikin marciava da sud.

Testualmente dai documenti del Comitato Centrale del partito per completezza prima di immergerci nei sabati comunisti:

Denikin cominciò la sua grande campagna contro il potere sovietico nell’estate del 1919. Trotsky aveva disorganizzato il lavoro del fronte meridionale e i nostri soldati subivano una sconfitta dopo l’altra. Verso la metà di ottobre, i bianchi erano padroni di tutta l’Ucraina, avevano messo le mani su Orel e minacciavano Tula, che riforniva il nostro esercito di cartucce, di fucili, di mitragliatrici. I bianchi si avvicinavano a Mosca e la situazione della Repubblica diveniva sempre più grave. Allora il partito diede l’allarme e lanciò l’appello al popolo per la resistenza.

Lenin lanciò la parola d’ordine: «Tutti alla lotta contro Denikin». Incuorati dai bolscevichi, gli operai e i contadini tesero tutte le loro forze per distruggere il nemico.

Per organizzare l’annientamento di Denikin, il Comitato Centrale inviò sul fronte meridionale i compagni Voroscilov, Orgionikidze, Stalin, Budionny. Trotsky fu tolto dalla direzione delle operazioni militari del Sud.

Denikin fu battuto in pieno dall’Esercito Rosso nelle battaglie decisive di Orel e Voronez. Denikin dovette indietreggiare alla svelta, e, in seguito, accelerare la sua ritirata verso il Sud, incalzato dalle nostre truppe. All’inizio del 1920, l’Ucraina intera e il Caucaso settentrionale erano liberati dai bianchi.

Abbiamo quindi descritto come nella primavera-estate del 1919 avevamo Kolciak a est, Iudenic nel Nord-Ovest e Denikin a sud. Ciò è rilevante perché alcuni dei fatti storici riportati dalla Pravda in quel periodo e che vedono il grande lavoro fatto dai lavoratori per sostenere lo sforzo bellico dell’Esercito rosso riguardano proprio la linea ferroviaria Mosca-Kazan, la linea ferroviaria Nikolaievskaia, e la ferrovia Alexandrovskaia. 

Il 17 maggio del 1919, la Pravda pubblica l’articolo di un compagno dal titolo “Il lavoro alla maniera rivoluzionaria (un sabato comunista)” nel quale si riporta in dettaglio gli sforzi e i risultati di tali sforzi compiuti dai lavoratori della sottosezione della ferrovia Mosca-Kazan. Diciamo subito che il sabato comunista è un’iniziativa spontanea dei lavoratori.

L’articolo del compagno comunista riporta:

La lettera del CC del PCR sul lavoro alla maniera rivoluzionaria ha dato un potente stimolo alle organizzazioni comuniste e ai comunisti stessi. Sotto la spinta dell’entusiasmo generale, molti ferrovieri comunisti sono partiti per il fronte; ma il maggior numero di loro non ha potuto abbandonare il suo posto di responsabilità né ricercare nuovi metodi di lavoro alla maniera rivoluzionaria. Le informazioni che ci pervengono dalle organizzazioni locali sulla lentezza con cui procede la mobilitazione e sulla trafila burocratica, hanno indotto la sottosezione della ferrovia Mosca-Kazan a rivolgere la sua attenzione al meccanismo dell’amministrazione ferroviaria. Si è constatato che per mancanza di mano d’opera e in conseguenza della scarsa intensità del lavoro, subiscono ritardi urgenti ordinazioni e riparazioni di locomotive. Il 7 maggio, all’assemblea generale dei comunisti e dei simpatizzanti della sottosezione della linea Mosca-Kazan, è stata sollevata la questione della necessità di passare dalle parole ai fatti riguardo all’aiuto da prestare per conseguire la vittoria su Kolciak. La risoluzione approvata diceva:

“Considerata la grave situazione interna ed estera, i comunisti e i simpatizzanti devono, per sopraffare il nemico di classe, di nuovo mobilitarsi e strappare al loro riposo un’altra ora, devono cioè allungare di un’ora la loro giornata lavorativa, totalizzare queste ore e il sabato prestare sei ore consecutive di lavoro manuale per produrre immediatamente un valore reale.

Considerando che i comunisti non devono risparmiare né la loro salute né la loro vita per le conquiste della rivoluzione, il lavoro sarà compiuto gratuitamente. Si deve introdurre il sabato comunista in tutta la sottosezione fino alla completa vittoria su Kolciak”

Dopo alcune esitazioni questa proposta fu accettata all'unanimità…dai lavoratori.

Continua l’articolo del compagno comunista:

Sabato 10 maggio i comunisti e i simpatizzanti alle 6 di sera si sono presentati al lavoro come soldati, si sono messi in fila e senza confusione sono stati condotti dai capisquadra al loro posto di lavoro.

I risultati di questa prima iniziativa dei lavoratori stessi?

L’intensità dei lavori di carico ha superato del 270% quella degli operai ordinari. Gli altri lavori sono stati compiuti pressappoco con la stessa intensità. È stato eliminato il ritardo delle ordinazioni (urgenti) dovuto alla mancanza di mano d’opera e alla trafila burocratica, ritardo che andava dai sette giorni ai tre mesi.

E, nota interessante,

forse non sono di molto esagerate le parole di un vecchio caposquadra il quale affermava che nel sabato comunista si era eseguito il lavoro che operai non coscienti e svogliati compiono in una settimana.

L’azione spontanea, cosciente e organizzata dei lavoratori, comunisti e simpatizzanti, sulla linea Mosca-Kazan fu da esempio per altri lavoratori in altre parti della Russia in lotta contro i paesi imperialistici e i bianchi. Possiamo dire che la parte più cosciente della classe operaia si rendeva conto che la rivoluzione socialista poneva la gestione dello Stato, e quindi di tutto, nelle loro stesse mani e questi comunisti dovevano darsi da fare per essere di esempio ai lavoratori meno coscienti, ancora inquinati dalle abitudini e dai vizi della società borghese.

Riporta sempre la Pravda nell’articolo del compagno comunista:

L’entusiasmo e l’affiatamento nel lavoro erano straordinari. Quando operai, impiegati e funzionari dell’amministrazione, senza imprecazioni né liti, afferrando una ruota di 40 pud [unità di misura della Russia in quel periodo storico. 1 pud = approx. 16 Kg] destinata alla locomotiva di un treno per passeggeri, la fecero rotolare, come formiche laboriose, fino al posto stabilito, questo lavoro collettivo fece nascere nel nostro cuore un caldo sentimento di gioia, e la nostra fede nella sicura vittoria della classe operaia si rafforzò. I predoni mondiali non riusciranno a strangolare gli operai vincitori.

Invano i sabotatori interni attendono la venuta di Kolciak.

Terminato il lavoro, i presenti furono testimoni di uno spettacolo indimenticabile: un centinaio di comunisti, stanchi, ma con gli occhi che brillavano per la gioia, salutarono il successo dell’opera col canto solenne dell’Internazionale. Sembrava che gli accenti dell’inno vittorioso si riversassero oltre le mura, nella Mosca operaia e, come le onde formate dal lancio di una pietra, dilagassero sulla Russia operaia e incitassero gli stanchi e gli svogliati.

Il 20 maggio del 1919 esce sulla Pravda un articolo di un altro compagno comunista il quale riporta i lavori portati avanti dagli operai comunisti sulla linea Nikolaievskaia. Riporta l’autore dell’articolo:

Conosco casi simili, avvenuti in una centrale elettrica e su diverse linee ferroviarie. Sulla linea Nikolaievskaia i comunisti hanno fatto parecchie nottate di lavoro straordinario per sollevare una locomotiva che si era rovesciata su una piattaforma rotante; sulla linea del Nord, in pieno inverno, tutti i comunisti e i simpatizzanti hanno lavorato alcune domeniche per spazzare la neve dalle rotaie; le cellule comuniste di molte stazioni-merci, per evitare i furti dei carichi, fanno la ronda di notte; ma si trattava di un lavoro occasionale, non regolare. I compagni ferrovieri della linea di Kazan hanno introdotto un elemento nuovo che rende questo lavoro sistematico, permanente. “Fino alla vittoria completa su Kolciak”, cosi hanno deciso i nostri compagni della linea di Kazan; e in ciò sta l’importanza del loro lavoro. Essi prolungano di un’ora la giornata lavorativa dei comunisti e dei simpatizzanti per tutta la durata dello stato di guerra; in pari tempo danno l’esempio di un lavoro produttivo.

Questo esempio è già stato e deve essere imitato.

I lavoratori comunisti della sottosezione della linea ferroviaria Mosca-Kazan avevano dato l’esempio. Ora questo esempio veniva seguito da altri lavoratori comunisti:

L’assemblea generale dei comunisti e dei simpatizzanti della ferrovia Alexandrovskaia, dopo aver esaminato la situazione militare e la risoluzione dei compagni della linea di Kazan, ha deciso di: 1) Istituire i “sabati” per i comunisti e i simpatizzanti della ferrovia Alexandrovskaia. Il primo è fissato per il 17 maggio. 2) Organizzare i comunisti e i simpatizzanti in squadre modello, esemplari, che dovranno far vedere agli operai come si deve lavorare e che cosa si può realmente fare col materiale e con gli utensili esistenti, e tenendo conto dell'alimentazione attuale.

L’esempio dei lavoratori comunisti comincia a emergere e come riporta il nostro autore, “per il prossimo sabato essi attendono al lavoro un notevole numero di operai senza partito.”

Il 17 maggio del 1919, anche presso la ferrovia di Alexandrovskaia vi è il primo sabato comunista. Testualmente dalla Pravda del 23 maggio 1919:

Novantotto comunisti e simpatizzanti, conformemente alla decisione dell'assemblea generale, hanno fatto gratuitamente cinque ore di lavoro straordinario.

Il 7 giugno del 1919, la Pravda pubblica la testimonianza del compagno Diacenko relativamente ai sabati comunisti. Scrive Diacenko:

Con grande gioia sono andato con un mio compagno a fare la mia “pratica” del sabato, secondo la risoluzione della sottosezione ferroviaria, e fare riposare la testa facendo lavorare i muscoli...Ci assegnano alla falegnameria della ferrovia. Entriamo, troviamo vecchie conoscenze, ci scambiamo saluti, parole scherzose, contiamo le nostre forze: trenta persone in tutto...E davanti a noi si erge il “mostro”, una caldaia a vapore del peso rispettabile di circa 600 o 700 pud; e dobbiamo “spostarla”, cioè rotolarla fino alla piattaforma.

Il lavoro va avanti, e il compagno Diacenko dopo aver raccontato la fatica e le difficoltà nel condurre il lavoro, ci dice che

è sera, l’oscurità scende a vista d’occhio, ma abbiamo ancora una piccola altura da superare, e allora il lavoro sarà quasi finito. Le braccia scricchiolano, le mani bruciano, siamo accaldati; spingiamo con tutte le forze, e il lavoro procede.

L’amministrazione (ferroviaria) è presente e, turbata da questo successo, si attacca spontaneamente al cavo: date una mano! Era ora! Un soldato rosso ha gli occhi fissi su di noi. Regge una fisarmonica. A che cosa pensa? Che gente sono costoro? Che cosa fanno qui di sabato, quando tutti restano a casa?

Io sciolgo il suo dubbio e gli dico: “Compagno, suonaci qualcosa di allegro; non siamo dei lavoratori qualunque, ma dei veri comunisti; vedi come corre il lavoro nelle nostre mani. Non siamo venuti a fare i poltroni, lavoriamo con tutta l’anima”. Il soldato rosso posa accuratamente la sua fisarmonica e si slancia verso il nostro cavo...

Continua il compagno Diacenko:

I muscoli, non allenati, sono stanchi, le spalle, il dorso ci dolgono, ma abbiamo dinanzi un giorno libero, un giorno di riposo, potremo dormire a volontà. La meta è vicina, e dopo una breve esitazione il nostro “mostro” si trova vicino alla piattaforma: passateci sotto delle travi, spingetela sulla piattaforma, e che questa caldaia dia il lavoro che da essa si attende da tanto tempo. Andiamo tutti insieme al “club” della cellula locale, ornato di manifesti, pieno di fucili, ben illuminato e dopo una bella cantata dell’Internazionale ci prendiamo un tè al “rhum” e persino del pane. Questo spuntino organizzato e offertoci dai compagni del luogo cade proprio a proposito dopo il nostro faticoso lavoro. Salutiamo fraternamente i nostri compagni e ci incolonniamo.

I canti della rivoluzione risuonano nel silenzio notturno della strada addormentata, il rumore cadenzato dei nostri passi accompagna il canto: “Coraggio, compagni, al passo”, “In piedi, dannati della terra...”. Sale il nostro canto, il canto dell’internazionale e del lavoro.

È passata una settimana. Braccia e spalle si sono riposate e andiamo a un altro “sabato”, questa volta per fare delle vetture.

È a Perovo. I nostri compagni si sono arrampicati sul tetto di una vettura e cantano con bella voce sonora l’Internazionale. Il pubblico del treno ascolta attento ed è visibilmente meravigliato. Le ruote fanno un rumore cadenzato e noi, non avendo avuto il tempo di arrampicarci lassù, restiamo appesi alle scalette intorno all’“americana”, facendo la figura dei “rompicollo”.

Ecco la stazione. Siamo arrivati. Attraversiamo un lungo cortile e incontriamo il commissario, compagno G., che ci accoglie calorosamente.

II lavoro c’è ma gli uomini sono pochi. Siamo appena trenta e in sei ore dobbiamo riparare 13 vetture. Ecco le ruote segnate; non ci sono solo vetture vuote, ma anche una cisterna piena... Ma non importa, “ci arrangeremo”, compagni!

Il 31 maggio 1919, anche a Tver, vicino Mosca, si ha il primo sabato comunista. Si riporta che abbiano lavorato 128 comunisti e che in 3 ore e mezzo sono stati caricati e scaricati 14 vagoni, riparate 3 locomotive, e compiuti altri lavori.

Ultima modifica ilDomenica, 17 Marzo 2024 13:59
Devi effettuare il login per inviare commenti