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Sul "vero" partito delle lavoratrici e dei lavoratori
di Manuel Santoro
In queste settimane si sono svolte e si svolgeranno importanti iniziative da parte delle lavoratrici e dei lavoratori contro la prepotenza e l’arroganza della classe dominante, di Confindustria e di un Governo, d’altronde come tutti i governi borghesi, leccapiedi dei padroni. Una spinta importante è stata data dai lavoratori della GKN e lo slogan “insorgiamo” sta facendo convergere altre lotte, tanti altri lavoratori in lotta in altri luoghi, contro altri padroni.
La convergenza delle lotte particolari in una unica lotta di classe generale, contro la classe dominante capitalistica, e contro lo Stato, anch’esso capitalista guidato da un Governo genuflesso agli interessi degli industriali di Confindustria, è necessaria per far riemergere un senso di appartenenza di classe ma sicuramente non è sufficiente. Senza una profonda e consapevole coscienza del proprio ruolo storico di operaio e di lavoratore, e senza una reale comprensione delle forze degli attuali attori della produzione, non si va da nessuna parte e il probabile risultato rimane lo spegnersi del fuoco della lotta. In definitiva, senza una profonda istruzione e conoscenza del socialismo scientifico, senza coscienza di classe, la lotta rimane senza una guida certa.
Per fare un passo in avanti decisivo, quindi, e soprattutto per avere un minimo di prospettiva politica che vada ad influenzare le condizioni materiali delle lavoratrici e dei lavoratori, è necessario che le lavoratrici e i lavoratori studino e comprendano in modo chiaro la concezione materialistica della storia e la centralità della produzione.
Una lotta solo politica, senza una lotta teorica, non è assolutamente sufficiente. Una lotta nelle piazze rimane un fuoco di paglia se non viene resa viva dallo studio teorico, il quale rimane il solo faro per una comprensione strategica e tattica della lotta di classe. La vera forza che spaventa realmente i padroni è nella triplice lotta: teorica, politica ed economica. E i lavoratori devono rendersi conto di ciò al più presto.
Dopotutto, se non si hanno le basi teoriche non è possibile distinguere il vero dal falso, e successivamente eliminare il revisionismo del marxismo-leninismo, sempre in agguato. Il comunismo, per non parlare del socialismo, organizzato in partiti politici è pieno di revisionismo e opportunismo, difficile da stanare se non si hanno gli strumenti teorici precisi. Sarebbe dannoso che la guida di una lotta fosse portata avanti da elementi revisionisti organizzati. E di partiti comunisti e socialisti revisionisti in Italia ne abbiamo davvero tanti.
Le operaie e gli operai, le lavoratrici e i lavoratori in lotta devono comprendere con assoluta chiarezza, che il loro alleato è quella organizzazione politica che impone lo studio poiché insegna il socialismo scientifico; quella organizzazione marxista-leninista, anti-trotskista, autonoma ed indipendente da qualsiasi altro soggetto politico e sindacale, avanguardia della classe operaia internazionale, per il raggiungimento della società socialista e della dittatura del proletariato. L’unica organizzazione politica, vera alleata dei lavoratori, è quella che ha l’obiettivo politico di realizzare il socialismo in quanto sistema di società che si basa sulla proprietà comune dei mezzi di produzione e in cui diventa più acuta la lotta di classe contro le forze reazionarie interne e internazionali della borghesia, contro le forze e le abitudini della società capitalistica, contro lo spirito piccolo-borghese e il suo manifestarsi nei rappresentanti delle classi e strati della società socialista. Il partito dei lavoratori deve essere avversario acerrimo di qualsiasi opportunismo, dentro e fuori il partito, che porti a riformismi e revisionismi del marxismo-leninismo. I lavoratori devono studiare poiché solo studiando si diventa capaci di avversare dal punto di vista teorico e politico l’opportunismo, il riformismo, il “falso” socialismo e il revisionismo del marxismo-leninismo.
Le operaie e gli operai, i lavoratori salariati tutti, devono studiare poiché solo studiando si acquisisce l’obiettivo teorico e politico di raggiungere il socialismo, ovvero la dittatura del proletariato il cui obiettivo è l’abolizione completa delle classi sociali. La dittatura del proletariato, che si contrappone alla dittatura della borghesia nelle società capitalistiche, copre tutta la prima fase del comunismo, vale a dire tutto il periodo del socialismo.