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Su Stalin siamo fortemente contro Domenico Losurdo
di Amedeo Curatoli
«Il totalitarismo - affermava Losurdo 22 anni fa - giunge alla sua compiutezza nei due paesi collocati al centro della Seconda guerra dei Trent’anni (?? ndr) In questo senso, il confronto tra bolscevismo e nazismo non solo è giusto ma costituisce un passaggio obbligato (sottolineatura nostra. Incredibile, no? ndr).»
«Ciò non significa condividere l’approccio di quegli storici (quali? ndr) che descrivono come due vite parallele quella di Stalin e di Hitler, come se tutto potesse essere spiegato mediante il ricorso a due personalità assatanate dal potere e assolutamente prive di scrupoli; si tratta invece di analizzare le risposte fornite da due movimenti collocati su due posizioni diverse e antagoniste, alla sfida costituita da due situazioni oggettive non prive di analogie (notate: ‘non prive di analogie’, accidenti!! ndr)». E più avanti, a pag. 45 «Lo stato d’eccezione permanente non è solo un dato oggettivo. Nel nazismo esso è anche il risultato di un programma politico che, con la sua aspirazione al dominio planetario, finisce con il rendere permanente lo stato di guerra. Considerazioni analoghe (?? ndr) si possono fare per il comunismo: quando esso insegue ossessivamente (?? ndr) l’utopia di una società monda da ogni contraddizione e da ogni conflitto, finisce con il produrre una sorta di rivoluzione e guerra civile permanente (è quello che si è verificato soprattutto nel corso della ‘rivoluzione culturale’ cinese). Anche da questo punto di vista, la comparatistica (sottolineatura nostra ndr) è pienamente legittima». (Domenico Losurdo, ‘Il peccato originale del Novecento’, pag. 40-41).
Tali cose Losurdo le scrive polemizzando con un libro controrivoluzionario, anticomunista, a cui egli dedica molte pagine. Si tratta del «Libro nero del comunismo» scritto da sporchi transfughi del comunismo, a cui la violenta propaganda antistalinista occidentale concede un posto d’onore, ritenendoli più preziosi dei vecchi tromboni di destra. Quando un comunista smette di essere tale, e cambia casacca, allora si guadagna un posto di gloria. Uno storico comunista che sappia padroneggiare il materialismo storico e dialettico, dovrebbe attaccare violentemente queste canaglie, le quali, trasformatesi nella peggiore feccia, sputano, senza alcun pudore o vergogna sul loro passato.
Losurdo non lo fa. Anzi, per dare forza alla sua tesi del doppio totalitarismo Stalin-Hitler, non solo cita Hannah Arendt – come vedremo – ma si inventa anche una ‘Seconda guerra dei Trent’anni’ che sta solo nella sua testa - come vedremo –
Cominciamo con la Harendt. Ella scrive: «Il regime totalitario, nella forma staliniana come in quella hitleriana, fece sì che, anche dopo l’avvento al potere, il movimento non cambiasse struttura organizzativa e contenuto ideologico e non si trasformasse, da internazionale che era, in partito nazionalmente circoscritto. Il movimento si trovava di fronte a due pericoli, quello di fossilizzarsi in seguito all’assunzione delle leve dell’apparato statale, degenerando in una forma di governo assoluto, e quello di essere limitato nella sua libertà d’azione dai confini del territorio in cui era andato ufficialmente al potere. Per un movimento totalitario entrambi i pericoli sono mortali: un’evoluzione verso l’assolutismo metterebbe fine al suo impeto interno, e un’evoluzione verso il nazionalismo impedirebbe l’espansione esterna, senza la quale non può sopravvivere. Esso deve ricorrere a quella che, con Trotskij, si potrebbe chiamare ‘rivoluzione permanente’, benché con tale formula egli intendesse in verità riferirsi a una serie di rivoluzioni che sarebbe irresistibilmente passata dalla borghesia al proletariato, da un paese all’altro, dai paesi industrializzati più evoluti ai popoli coloniali. Solo il termine suggerisce la ‘permanenza’ con tutte le sue implicazioni semianarchiche, ed è, a rigore, poco appropriato; ma lo stesso Lenin fu più impressionato dal termine che dal contenuto teorico. Nell’URSS le rivoluzioni, sotto forma di purghe generali (?? ndr), divennero comunque un’istituzione permanente del regime staliniano dopo il 1934. Qui, come in altri casi Stalin concentrò i suoi attacchi sullo slogan semidimenticato di Trotskij proprio perché aveva deciso di usare questa tecnica». (Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo, edizioni di Comunità, pag. 535-536).
Ecco, da questa lunga citazione vien fuori che Losurdo ha copiato, a piene mani, la cosiddetta comparatistica da Hannah Arendt la quale, nel paragonare Hitler e Stalin, sposa una tesi di carattere integralmente trotskista.
E veniamo ora, brevemente, alla vera Guerra dei Trent’anni non quella inventata da Losurdo (23 maggio 1618 – 15 maggio 1648). Fu una delle guerre più distruttive della storia europea di quell’epoca, fra Stati protestanti e quelli cattolici, ed ebbe inizio quando il Sacro Romano Impero cercò di imporre l’uniformità religiosa sui suoi domini, cioè il cattolicesimo. Gli Stati protestanti del Nord si unirono formando l’Unione Evangelica che il Sacro Romano Impero contrastò violentemente. Ne derivò una guerra di gravissime devastazioni di centri abitati e di campagna, guerra condotta da eserciti mercenari che causarono la morte, calcolata in 12 milioni di persone, a cui si associò la diffusione di un’estesa epidemia di peste. Si trattò, in assoluto, della maggior catastrofe abbattutasi sulla Germania, ma che coinvolse tutti gli Stati Europei, dal Nord al Sud, compresa l’Italia. Questo terribile trentennio si concluse con una pace che adottò la famosa formula «cuius regio, eius religio» che significava che l’appartenenza religiosa dei sovrani di ogni Stato dava loro il diritto di imporre ai sudditi il proprio credo religioso.
La seconda guerra dei trent’anni, inventata - ripetiamo – da Losurdo, intende mettere in evidenza che le strategie e le catastrofi della vera guerra dei Trent’anni, furono le stesse che insanguinarono la storia dell’URSS, la quale attuò al suo interno, la cosiddetta «guerra civile permanente» (!! ndr) costata ‘milioni’ di morti, ma quanti esattamente, questo Losurdo non lo dice mai….
In un suo libro più recente, di soli 8 anni fa, «la lotta di classe-una storia politica e filosofica» Editori Laterza, Losurdo mette incredibilmente, sullo stesso piano da una parte Stalin, e dall’altra Trotskij, Zinoviev, Kamenev, Bucharin, Yagoda, dimostrando di non aver mai letto i “Processi di Mosca” e di non capire il ruolo infame, controrivoluzionario svolto da questi ultimi. Costoro, sotto l’incalzare del pubblico ministero, Vyšinskij furono smascherati dagli altri congiurati quali spie dei nazisti e dei giapponesi.
Per concludere. Ciò che lascia sgomento e senza fiato qualsiasi compagno che odia il regime capitalista imperialista (e di tali compagni ce ne sono a decine di migliaia!) è il fatto che, invece, vi sono molti ex comunisti i quali, al di là di profonde differenze che li distinguono, sono stati, essi sì, risucchiati dall’imperialismo. Tanto per fare qualche esempio: Adriano Sofri, Toni Negri, Giulietto Chiesa, Paolo Spriano, e d’altra parte anche celebri giornalisti del Manifesto come Valentino Parlato, Rossana Rossanda, Lucio Magri, i quali tutti, pur nelle profonde differenze che li distinguevano gli uni dagli altri avevano il tratto comune dell’antistalinismo e di aver messo a confronto più o meno esplicitamente Hitler e Stalin come artefici di opposti totalitarismi. Da una parte Hitler che fu l’artefice dei campi di sterminio, dei forni crematori per annientare nelle camere a gas milioni di ebrei, comunisti, popolo Rom, dare il via alle arcicriminali sperimentazioni dell’arcicriminale Menghele, e dall’altra parte Stalin che ha salvato il mondo dall’ignominia razzista, ciò che costò al popolo sovietico ventisette milioni di morti. Come è mai possibile un tale mostruoso accostamento?
Tutti i seminari che si svolgono in continuazione sotto i nostri occhi vedono intellettuali di “sinistra” tronfi e presuntuosi i quali, nel dare voti e giudicare ciò che andava fatto e ciò che non andava fatto, lanciano un messaggio di profondo pessimismo. Ma la storia si vendica. Esiste oggi una rivincita della civiltà sulla barbarie e la superpotenza che intende oggi, come ieri il Terzo Reich, dominare il mondo, è destinata a scomparire dalla faccia della terra.