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Teoria, pratica politica, organizzazione partitica, militanza. Solo così realizziamo il Socialismo
di Manuel Santoro
Penso siamo in una fase politicamente rivoluzionaria ma bisogna giocare bene la partita. Il percorso che terminerebbe con l’Europa Socialista, che tutti noi auspichiamo, è secondo me differente da una evoluzione graduale che abbia gli stessi attori economici, politici e partitici. Chi ci ha governato sino ad oggi, e non parlo solo della politica ma degli attori economici e finanziari, non ci porterà ovviamente al socialismo. Penso invece che oggi si intraveda almeno la possibilità di fare affidamento su una rivalutazione politica del socialismo in quanto sistema di società strutturalmente alternativo al capitalismo. Per andare oltre e fare in modo che la visione, la speranza per un mondo diverso diventi realtà bisogna lavorare duro, teoricamente e politicamente. Educazione e organizzazione devono essere le direttrici da seguire per arrivare al socialismo realizzato, alla società socialista.
Convergenza Socialista è un’organizzazione politica socialista, avanguardia del socialismo scientifico, per il raggiungimento della società socialista. Convergenza Socialista ha l’obiettivo politico di realizzare il socialismo in quanto sistema di società che si basa sulla proprietà comune dei mezzi di produzione e di distribuzione della ricchezza.
Convergenza Socialista lavora su tre fronti: teorico, politico ed economico. Su questo punto vale la pena di ricordare “le osservazioni di Engels sull’importanza della teoria nel movimento socialdemocratico. Secondo Engels, esistono non due forme della grande lotta socialdemocratica (politica ed economica) - come si pensa abitualmente fra noi -, ma tre, ponendosi accanto a queste anche la lotta teorica”[1]. Lo strumento teorico dell’organizzazione politica è la nostra rivista: L’Ideologia Socialista, rivista teorica del socialismo. Convergenza Socialista riparte dagli insegnamenti dei grandi padri del socialismo scientifico, ad iniziare da Marx, Engels e Lenin.
Convergenza Socialista rifiuta qualsiasi tipo di opportunismo oppure di revisionismo che miri all’abbandono della trasformazione di società, ovvero all’abbandono dello scopo primario del socialismo, all’abbandono della conquista dello Stato da parte della classe lavoratrice la quale si avvia verso l’abolizione del lavoro salariato e l’abolizione di qualsiasi tipo di sfruttamento.
Il socialismo è la prima fase di un percorso di trasformazione della società che termina con la società senza classi, con il comunismo. Il socialismo realizzato è la società socialista, lo Stato socialista, in cui la classe sociale dominante è quella lavoratrice e in cui i capitalisti non hanno più la proprietà dei mezzi di produzione. Il socialismo realizzato avvia un discorso nuovo su come arrivare alla società senza classi, dove vi è l’abolizione del lavoro salariato. Marx ci ricorda con efficacia che “il salario non è una partecipazione dell’operaio alla merce da lui prodotta. Il salario è quella parte di merce, già preesistente, con la quale il capitalista si compera una determinata quantità di lavoro produttivo. Il lavoro (salariato) è dunque una merce, che il suo possessore, il salariato, vende al capitale. Perché la vende? Per vivere” [2].
Il socialismo non è, quindi, riformismo. Il socialismo non esiste per umanizzare il capitalismo attraverso lo strumento delle riforme. Il ruolo del socialismo non consiste nell’ammorbidire la ferocia del capitale sulla pelle umana e assuefare, così, donne e uomini ai ritmi schiavistici del profitto. Il socialismo è l’alternativa sistemica al capitalismo ed è punto di partenza di un tragitto che porta al comunismo, ovvero al definitivo superamento del lavoro salariato e di qualsiasi tipo di sfruttamento sovrastrutturale. O c’è il socialismo oppure c’è il capitalismo. O c’è il lavoro salariato e, quindi, il capitale oppure c’è la liberazione dal lavoro salariato e, quindi, c’è il lavoro libero, comunitario, il lavoro non remunerato, il lavoro non merce: “la condizione essenziale per l'esistenza e per il dominio della borghesia è l'accumulazione della ricchezza nelle mani di privati, la formazione e la moltiplicazione del capitale. La condizione necessaria a creare il capitale è il lavoro salariato”[3]. Questo è il punto e su questo anche Rosa Luxemburg è chiarissima quando afferma che “per la socialdemocrazia la lotta pratica quotidiana…costituisce la sola via per condurre la lotta di classe proletaria e per lavorare in vista dello scopo finale, che è la presa del potere politico e l'abolizione del salariato”[4].
Convergenza Socialista lavora su questo ampio fronte grazie alla propria militanza costituita da donne e da uomini. Marx diceva che le idee non possono realizzare nulla e che per realizzare le idee c’è bisogno di donne e di uomini che, con la loro azione pratica, trasformano l’idea in realtà. Donne e uomini, lavoratrici e lavoratori, uniti nella lotta e per la lotta al capitale, per la liberazione delle lavoratrici e dei lavoratori dalla schiavitù del salariato. Donne e uomini, militanti, in supporto e in rappresentanza della classe sociale dei lavoratori salariati. Lo scontro è tra classi sociali ed è nella classe del lavoro salariato che donne e uomini insieme costituiscono l’embrione della comunità socialista.
Le militanti e i militanti di Convergenza Socialista, insieme, fanno molto affidamento sulle donne e sul loro contributo teorico e pratico. Difatti, “non è possibile una rivoluzione socialista, se una grandissima parte delle donne lavoratrici non dà il suo cospicuo apporto”[5]. E ancora, “l’esperienza di tutti i movimenti di liberazione attesta che il successo di una rivoluzione dipende dal grado di partecipazione delle donne”[5]. Dopotutto, il socialismo scientifico, l’azione pratica del socialismo, ha l’obiettivo di trasformare realmente la società debellando il capitalismo, “perché ove esiste il capitalismo, ove si mantiene la proprietà privata della terra, delle fabbriche e delle officine, ove si mantiene il potere del capitale, resta immutata la posizione di privilegio degli uomini”.[6] “La dipendenza della donna dall'uomo e dei figli dai genitori [è] dovuta alla proprietà privata”[7], e su questo fronte dovremo misurarci sostituendo alla proprietà privata la proprietà comune.
Pochi anni addietro abbiamo avviato il percorso della costruzione di una soggettività politica e partitica del tutto slegata dalle beghe del residuale socialismo italiano, e lo abbiamo fatto non per saccenteria o egocentrismo ma per la semplice presa di coscienza che avviare un discorso socialista richieda oggi spostarsi su un terreno del tutto nuovo, lontano dalle macerie del socialismo italiano, e cominciare a lavorare dalle fondamenta per la costruzione di una soggettività che sia nuova seppur incameri l’insegnamento fatto di lotte, vittorie e sconfitte, dei tanti decenni passati. Avevamo capito alcuni anni fa che se il socialismo è la necessaria alternativa alla centralità del capitale, le soggettività politiche che in Italia ed in Europa si definivano socialiste erano ormai poco più che inutili aiutanti di quel mondo liberal-globalista che da diversi decenni si è andato instaurando ovunque.
L’alternativa socialista ha bisogno di tutti noi. Di donne e di uomini. Se vogliamo realmente contrastare, lottare e superare la società capitalista abbiamo necessità di organizzare un mondo politico composto da donne e da uomini, da militanti. È possibile costruire l’alternativa di società solo con il collante della coscienza di classe, con la certezza dell’organizzazione, con la consapevolezza dell’obiettivo politico strategico. La nostra missione è riportare il socialismo sul terreno della lotta di classe. Per i lavoratori, contro i padroni. Il socialismo è coscienza e lotta di classe.
Il socialismo vive sul terreno dello scontro tra capitale e lavoro salariato, poiché si prende coscienza di una lotta tra classi sociali diverse, tra campi avversi, in cui alcuni opprimono mentre tantissimi altri vengono oppressi. Il socialismo è compiutamente definito come alternativa strutturale di società, come società altra e diversa che ipotizza un essere umano altro e diverso, poiché parte dal presupposto che siano radicalmente differenti i rapporti di produzione e di distribuzione della ricchezza all'interno della società. Così come devono intendersi differenti i rapporti con il concetto di proprietà.
Per dirla in parole povere, il socialismo è il fine, in quanto società raggiunta, di un processo in divenire che consiste in una radicale trasformazione della società e ciò implica che il socialismo è anticapitalista esattamente come il capitalismo è antisocialista.
La nostra missione politica, di conseguenza, consiste nel ridare luce al vero significato della parola socialismo, attivando i canali politici per un "revisionismo al contrario". Si ritorni a parlare di socialismo come alternativa strutturale di società, alternativa al capitalismo. Non dobbiamo assolutamente lasciare il socialismo nelle mani dei revisionisti e degli opportunisti. La nostra militanza, i nostri militanti hanno il compito di dare una mano. Abbiamo tutti noi la missione di riportare il socialismo sul terreno della coscienza e della lotta di classe.
Avanti con il Socialismo inteso come sistema della società strutturalmente alternativo al capitalismo.
Il socialismo è la prima fase della società senza classi, del comunismo. Oggi, quindi, siamo tutte e tutti socialisti, poiché è compito di tutte e tutti, militanti, conquistare la società socialista per poterci avviare verso la società senza classi. Conquistare, poiché i padroni, i proprietari dei mezzi di produzione e distribuzione della ricchezza non ci daranno mai strada libera. La lotta di classe è reale. Il nostro compito è conquistare lo Stato socialista. Non vi è altro obiettivo per una organizzazione socialista come la nostra. Donne e uomini militanti uniti in questa lotta. Per queste ragioni continuiamo il nostro lavoro teorico e politico, auspicando un risveglio delle coscienze. Coscienza di classe e preparazione politica sono gli ingredienti minimi per essere parte dell’avanguardia della classe lavoratrice nella sua eterna lotta per la propria emancipazione reale e per la realizzazione della società socialista. Qualsiasi lavoratrice o lavoratore dovrebbe far parte di una organizzazione classista come la nostra. Se non si è parte di questa lotta stando dentro l’organizzazione, allora si aiuta il capitale. Il socialismo è l’alternativa di struttura al capitalismo.
Il socialismo è la necessaria alternativa alla centralità del capitale. Il socialismo è strutturalmente alternativo al capitalismo. Il socialismo è la prima fase di un percorso di trasformazione della società che termina con la società senza classi sociali. Il socialismo realizzato è la società socialista, lo Stato socialista, in cui la classe sociale dominante è quella lavoratrice e i capitalisti non hanno più la proprietà dei mezzi di produzione. In Italia, in Europa e, tranne alcune eccezioni, nel mondo, il socialismo è stato derubato della sua valenza classista, anticapitalista, e relegato a quinta colonna del capitale, inutile “assistente” di quel mondo liberal-globalista che si è andato istaurando ovunque. L’idea stessa del socialismo in quanto alternativa è stata tradita dall’interno e in modo definitivo. Ora si tratta di ricostruire.
[1] V. I. Lenin, Che fare?
[2] K. Marx, Lavoro salariato e capitale
[3] F. Engels, K. Marx, Il Manifesto del Partito Comunista
[4] R. Luxemburg, Riforma sociale o rivoluzione?
[5] V. I. Lenin, Discorso al primo congresso delle operaie di tutta la Russia
[6] V. I. Lenin, I compiti del movimento operaio femminile nella Repubblica dei Soviet
[7] F. Engels, Principi del Comunismo