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La lotta di classe è viva. Il socialismo è il futuro
di Manuel Santoro
In questi giorni complicati in cui il Paese si ferma, dato anche l’aumento dei contagi, gli Stati capitalisti si chiudono egoisticamente a riccio mentre i Paesi socialisti, perennemente colpiti dall’imperialismo, in costante ristrettezze economiche dovute a crudeli embarghi, tendono la mano a chi nei decenni li ha vigliaccamente colpiti.
È di poche ore fa la notizia, infatti, che riceveremo l’aiuto da Paesi condannati, alcuni dei quali oppressi dall’imperialismo statunitense ed europeo, da decenni sotto embargo. Non dimentichiamolo al prossimo tentativo di colpo di Stato, al prossimo inasprimento delle sanzioni, al prossimo “cambio di regime”. Noi siamo e saremo sempre al fianco dei Paesi socialisti, al fianco di Cuba, del Venezuela, della Cina che in questi giorni difficili hanno accettato di darci una mano contro il COVID-19.
Naturalmente a casa nostra dovremo fare la nostra parte, e come organizzazione classista, socialista, rimane per noi prioritario vigilare sui livelli occupazionali e salariali. Nessuna lavoratrice e nessun lavoratore deve perdere il posto di lavoro; a nessuna lavoratrice e a nessun lavoratore deve essere toccato lo stipendio. Vigiliamo. Salario e occupazione devono essere assolutamente garantiti.
Non possiamo permettere che organismi padronali quali Confindustria dettino legge, comandino il Governo di tenere aperte le attività produttive a discapito della salute di lavoratrici e di lavoratori. Non possiamo permettere che passi il modus operandi che i profitti dei capitalisti e degli azionisti S.p.A. debbano essere preservati a discapito della salute di tanti. Lo slogan “io resto a casa” vale per alcuni ma evidentemente non per tutti. Comprendiamo il momento complicato, la sicura crisi dei prossimi mesi, ma non sopportiamo l’arroganza di Confindustria agevolata da un Governo timido, senza spina dorsale.
Le forze produttive di questo Paese non si adoperano per il bene comune poiché i mezzi di produzione non sono affatto socializzati. Ricordiamoci sempre che non siamo in uno Stato Socialista ma in uno Stato capitalista in cui i mezzi di produzione sono perlopiù privatizzati. Dobbiamo continuare il nostro lavoro teorico e politico che ci consenta di arrivare, con ogni mezzo, allo Stato socialista. Ma ciò non può avverarsi con l’azione isolata di individui, seppur molto capaci. È necessaria l’azione comune di donne e di uomini, di lavoratrici e di lavoratori. Insieme nella stessa classe sociale e concentrati nella stessa lotta di classe. Acquisiamo alla svelta coscienza di classe altrimenti saremo perennemente soggiogati.
Appena l’emergenza Coronavirus sarà superata, dovremo riprendere con più forza il nostro lavoro socialista. Riprenderemo il lavoro avviato a febbraio relativamente alla costruzione di una rete internazionale anticapitalista e antimperialista, con lo scopo di far emergere i primi elementi per una nuova politica estera, assolutamente fondamentale per allontanarsi speditamente dal becero atlantismo e da politiche imperialiste guidate dagli interessi economici dei complessi militari industriali, i quali fanno profitto vendendo armi, e delle multinazionali interessate alle risorse naturali dei Paesi aggrediti.
Il socialismo è la prima fase della società senza classi, del comunismo. Dobbiamo convergere affinché si arrivi al socialismo quanto prima. Oggi siamo tutte e tutti socialisti, domani saremo tutte e tutti comunisti. Educhiamoci e organizziamoci. Passaggi necessari ma non sufficienti per realizzare la società socialista, prima fase della società senza classi.